martedì 18 dicembre 2012

Laura Garofoli legge "Anatra All'Arancia Meccanica" di Wu Ming

L'11 dicembre alcuni amici ci hanno invitato a portare in scena "qualcosa", in occasione dell'imminente occupazione del Teatro Comunale di Genzano (Roma), con un'avvertenza:"Non sappiamo cosa troveremo là dentro: preparatevi a tutto!". Così giovedì 13, Ops (Occupazioni Precari Studenti) hanno fatto irruzione nel teatro abbandonato, scatenando il panico delle colonie di ratti che avevano arredato oltre 30 mq di palco con un lussureggiante tappeto di feci.

Noi entriamo in tarda serata, quando i generatori a benzina iniziano a macinare watt e fa più freddo dentro che fuori. Lo stabile è immenso, e immensamente incompleto. Un boccascena pantagruelico si apre dinanzi a poco più di 200 sedili; le ringhiere della galleria sono un bluff fatto di legnaccio e drappi di copertura risalenti ai tempi dell'inaugurazione; il sotterraneo per i camerini sembra più un basement da film dell'orrore e se lo attraversi, sbuchi in una specie di grotta con resti murali di epoca romana. Insomma, un gigantesco mausoleo alla cultura del cemento armato.

La nostra Anatrina, si prepara ad una lettura sottozero. Rimediamo una luce e la fissiamo su di uno scalandrino, sgomberiamo il proscenio, facciamo una mezza adunata. In molti hanno sullo stomaco l'ottima pasta & fagioli cucinata nel "botteghino", e "il momento culturale" della serata non è molto indicato a conciliare la digestione. La Lettura, la Cultura, il Teatro: designazioni che rimbombano nella pancia di questa balena vuota e tentano disperatamente di saziarla

Si legge un brano tratto da Anatra All'Arancia Meccanica di Wu Ming: l'occupazione del deposito di zio Anatrone da parte di Anatrin*. La platea si infiamma. Sapevamo di aver scelto bene e ci stupiamo come qui a Roma (e dintorni), dopo oltre un anno di lotte per la cultura, non si abbia attinto all'immaginario Wu Ming, che ha fatto del rapporto cultura e militanza non una stagione, bensì una ragion d'essere. I loro testi vivono di con-testi. Sono "bombe ad orologeria", che esplodono alla grande se situate nel posto giusto al momento giusto.

In attesa dei fuochi d'artificio: Quack!

***

PS: grazie ai Wu Ming per la pubblicazione su Giap!

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