martedì 29 marzo 2011

L'estetica a servizio della politica: CasaPound e la Street Art

Vado su Facebook e leggo nello status di un mio contatto che Casapound, nota associazione giovanile di destra, organizzerà una street art convention il prossimo 14 Maggio. "Scandalo, vergogna, mai!" - parole ridondanti nei commenti alla pagina dell'evento. Sul profilo del mio amico nasce una verace diatriba sui presunti "valori politici" della cultura Hip Hop e della street art. Rispondono così:

L'hiphop è come ognuno lo interpreta. Chi lo utilizza per diventare una rap-star seguendo l'ideologia capitalista è orientato (spesso inconsapevolmente) a destra (liberismo, nazionalismo...quanti testi rap westcoast parlano di questo? D'altro lato, chi lo utilizza per diffondere idee di contro-cultura capitalista si orienta inevitabilmente a sinistra (libertà di espressione, rivendicazione dei diritti universali, predominio del pubblico sul privato...non è una soirta di manifesto della east coast anni 80?) Poi c'è casapound che non è (almeno ufficialmente) un centro di neo-fascisti. Quello che si deve contrastare è il populismo di destra. Quello che va nelle strade e non su internet&tv, a fare propaganda sfruttando l'ignoranza delle masse. Ben vengano i graffiti ma non si può cancellare un background (quello populista/liberale) che si fonda sul moralismo religioso, la militarizzazione, la privatizzazione delle risorse e soprattutto, da sempre, il controllo rigido dei mezzi d'espressione. La domanda fondamentale è: la street art si riconosce con questi valori? Se la risposta è si, che partecipino pure all'evento di casapound. Se la risp. è no, e i principi artistico/culturali di questa disciplina suggeriscono sia così, allora è bene prenderne le distanze e affermare la propria estraneità da quel tipo di mondo.
Peace.

Ma non basta. Osservo attentamente la locandina e leggo il proclama d'invito alla manifestazione che termina con l'aforisma: "L'estetica al servizio della politica, la politica al servizio dell'estetica". Riporto qui il testo e l'immagine dalla pagina di facebook e prendo alla lettera l'invito per suggerire un'analisi.


International street art competition, a maggio ad Area 19 il più grande challenge europeo di writers
pubblicata da CasaPound Italia il giorno venerdì 21 gennaio 2011 alle ore 14.12
 
Nella location più postnuclearizzata di Roma, alle spalle del temibile Bomarzus, nel cuore di Area19, si terrà il più grande challenge europeo di writers/street art.
 
Se quando lo fa Banksy è arte e quando lo fai tu è degrado, se sei stufo del diktat stradaiolo, se vuoi avere voce in capitolo e metodi di espressione, passa allo stadio superiore e unisciti a noi il 14 maggio prossimo venturo per il più grande evento della storia: International Street Art Competition.

L'estetica al servizio della politica, la politica al servizio dell'estetica.

A seguire informazioni ed istruzioni per l'uso.
relazioniestere@casapoundi
talia.org per iscriversi!


E' proprio così. Come scriveva Roland Barthes il compito politico dell'arte è quello di "disalienare il segno manifestandolo", perchè non solo il contenuto ma anche la forma ha una morale (la "morale del senso"). 
Nella locandina è raffigurato il dettaglio fotografico di una mano che impugna una bomboletta spray nell'atto di dipingere (lo testimonia il tappo e le dita sporche di vernice fucsia). Il colore dello spray è lo stesso della scritta in alto e insieme al bianco e al nero formano i tre colori principali dell'immagine. A sinistra, su sfondo nero, c'è il logo circolare di Area 19, la struttura occupata che ospiterà l'evento (non entro nel merito del logo in sè che, come quello di CasPound, richiederebbe un analisi a parte). Le scritte riportano i dati essenziali della manifestazione e il loro font si caratterizza per alcuni effetti di "scolatura" verticale ai margini di alcune lettere (il collegamento con l'immagine di sfondo e il "contenuto" dell'evento è evidente). Ora domandiamoci: a chi è rivolta questa pubblicità?  Risposta: Ai giovani street artist che vogliono partecipare al futuro evento (non ci sono i nomi degli ospiti nè un programma). Ne abbiamo conferma leggendo la seconda parte del testo scritto che invita il lettore a prendere parte all'evento ("unirsi") mandando un email per avere maggiori informazioni. In particolare si rivolge quelli "stanchi del diktat stradaiolo" e tutta una serie di presunti abusi perpetrati da qualcun'altro nei confronti della libertà d'espressione individuale. 

Chi sono questi oppressori? Banksy, uno street artist inglese accusato di essersi "venduto" all'art business; altri artisti di strada che impongono il loro "diktat" (si fà riferimento alle regole non scritte del writing che spesso rivendicano la superiorità culturale delle opere "illegali"  rispetto a quelle legalizzate); tutti coloro che non ti permettono di avere "voce in capitolo e metodi di espressione" (in questo caso l'idea dell'oppositore è resa tramite un'esortazione positiva - "se vuoi avere voce in capitolo" - ma grazie ad un artificio retorico che collega la frase agli altri 2 "se" negativi, suggerisce anche in questo caso la presunta oppressione al diritto d'espressione personale). Quindi il target del proclama è sempre più ristretto. Esso si rivolge a tutti quei giovani artisti che nutrono un  risentimento verso il sistema: verso i capitalisti (Banksy e gli artisti commercializzati); verso i prepotenti (quelli che "impongono diktat"); verso quelli che tappano le ali della libertà. Ora, se andiamo a leggere nella pagina del "Chi siamo" sul sito di CasaPound, possiamo renderci conto di interessanti affinità tematiche. In particolare c'è una dichiarazione d'intenti resa in versi pseudo-futuristi:

L'uomo deve essere liberato.
Il mercato uccide l'anima.
Il mercanteggiare e la logica del profitto, travolgono ogni
ostacolo si ponga loro di fronte. Facilmente, lavoratori, popoli o
microcomunità.
Amore, gioia, sacrificio e diversità. Falciati.

Secondo Slavoj Zizek, l'ideologia del populismo di destra si basa sull'identificazione fantasmatica di un soggetto nocivo "altro" da noi, su cui scaricare "patologicamente"  tutto il risentimento e il rancore per noi stessi (e a livello sociale, causati da noi popolo italiano). In chiave psicanalitica, Zizek la chiama "feticizzazione del soggetto nocivo", la quale ha bisogno di un elemento emozionale molto importante per poter funzionare: "la paura". La paura dell'altro nella singola persona, determina su larga scala gli atteggiamenti di rivalsa culturale, di superiorità nazionale e in casi estremi di razzismo, odio, oppressione. Zizek a tal proposito ci mette in guardia sul ruolo dei poeti (e i comunicatori in generale) che attarverso un determinato linguaggio (e quindi una "forma") possono aiutare i popoli a localizzare il proprio "feticcio" e canalizzare il proprio "capitale di rabbia" (verso lo stato, la storia, la condizioni di vita in generale)  per passare dalle parole ai fatti (in altre parole per "agire"). Questo "capitale di rabbia" cresce grazie ad altri stratagemmi, come l'invocazione ad un passato glorioso ("unisciti [...] per il più grande evento della storia") o all'incorruttibilità e superiorità morale del proprio io ("passa allo stadio superiore").

Torniamo alla nostra locandina. Come dice Eco, affinchè un'interpretazione sia efficace, deve fare "sistema" con tutti gli elementi del testo. Se, come abbiamo detto, l'invito ad "unirsi" alla convention di Street Art di CasaPound rappresenta un'invito a rivendicare i propri diritti e valori contro un sistema oppressore di "soggetti nocivi" in nome della morale e della storia, allora anche l'arte diventa politica e gli strumenti di lotta dell'arte (gli spray) diventano gli strumenti della lotta politica (le armi). Detto ciò, non ci vuole molto a vedere nello spray della locandina (messo a fuoco rispetto allo sfondo) una corrispondenza significante con una spada o un gladio (così caro alla tradizione neofascista) e nelle scolature fucsia delle lettere e delle dita un parallelo  semantico con quelle del sangue versato in battaglia. Il vero target non sono gli street artist ma tutti i presunti tali che non sono riusciti ad emergere e sono in cerca di scorciatoie espositive e che, nonostante il background valoriale di CasaPound, sono disposti ad unirsi al carrozzone in cambio di un pannello per dipingere. la presunta convention internazionale mira dunque a dividere la scena e non è assolutamente una "svolta progressista" verso il mondo della cultura di strada.

Vi sembra esagerato? A me no. L'estetica è veramente a servizio della politica e viceversa. E come diceva un vecchio saggio: "Nell'estetica è compresa anche la parola etica". Queste, come molte altre locandine di area neofascista-populista fatte di esortazioni in prima persona, font romanizzanti, sfondi bicromi, inquadrature oblique o prospettiche non devono passare in secondo piano come un'appendice decorativa. Negli anni '80 Zizek scriveva che il vero segreto dell'opera non si cela dietro la forma, ma nella forma stessa. Prima, negli anni '60, Barthes si auspicava una "vera mutazione della lettura e del suo oggetto, testo o film: vero problema del nostro tempo"...e pure del nostro, aggiungo io.

Mi scuso per la lunghezza ma quando ci vuole ci vuole. Ringrazio tutti gli ospiti e i presenti al Break Off Vol.2 e vi invito nuovamente all'anteprima de L'Ombra, domenica 10 Aprile a Corrispondenze (Ladispoli, Roma). Keep on strugglin!

1 commento:

  1. Altro che non dichiarati.. (mi riferisco al commento che riporti da FB). Loro si auto-dichiarano «fascisti del terzo millennio», che mi sembra un modo più elegante di dire neo-neofastisci o, come si suol talvolta dire, post-neofascisti o, semplicemente, postfascisti.

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