mercoledì 12 gennaio 2011

The Cape

The Cape     
 NBC, Usa - 2011











Insomma non eravate stufi di tutti questi supereroi? Dai classici Batman, Superman e Spiderman la fabbrica dei sogni ci ha bombardato con i vari Daredevil, The Spirit e per ultimo Megamind! Beh a quanto pare nemmeno la recente invasione di zombie e vampiri hanno frenato l'ascesa dei superhero dramas. Tutti sembrano strafatti di zucchero e cocacola giubilando "We want heroes!" (non la serie-tv, nè l'omonimo gruppo di bboy di Ostia). Toc Toc! Gli zombie di prima vi hanno mangiato la neocorteccia? I supereroi sono roba passata, o meglio, nell'accezione culinaria del termine, ri-passata in padella. Heroes, Misfits, No Ordinary Family chi manca all'appello? La tv è invasa di superpoteri tanto che non mi stupirei in una nuova mariafilippata chiamata "Superuomini&Superdonne - sottotitolo - se Dio non esisistesse, Nietzsche si rivolterebbe nella tomba". 

Ad ogni modo ecco a voi The Cape, appena sfornato dai sepolcri dell'NBC. E' la storia di tizio che bla bla bla diventa un supereroe per sconfiggere i cattivi. Fine. Parliamoci chiari: se seguissimo i supereroi per l'originalità della trama, beh...mi limito a dire soltanto un nome: Adam West. Lo so, lo so, qualcuno di voi ha già esclamato: "Però a me Spiderman m'ha imparato un sacco di cose, tipo che da grandi poteri deriVino grandi responsabbilità". Anche a me, ed è per questo che ho iniziato a scrivere su questo blog dopo essere stato punto da un cinghiale radiattivo. I supereroi (versione contemporanea degli eroi epici) come dicevo nel mio articolo su Romanzo Criminale 2, svolgono un ruolo fondamentale per il nostro immaginario, nonostante non siano un esempio di vita. Nessuno (spero) si vestirà da uomo-pantegana per imbrutture qualche brutto ceffo di Tor Bella, nè si fingerà morto per intraprendere in incognito una guerra contro il super-cattivo di turno (nel nostro caso, Ignazio La Russa).  L'eroe è il pane su cui farcire il nostro immaginario: può essere duro, sofisticato, decaffeinato o semplicemente gustoso. Non ci incarniamo in lui, ci nutriamo di lui e come ogni buon panino che si rispetti, quando è terminato, ci sentiamo sazi e "bella così".

The Cape è un eroe metropolitano, privo di superpoteri, ma del tutto simile al mefistofelico Spawn, l'eroe a fumetti creato da Todd Mc Farlane nel 1992. Nella lista dei super-cugini possiamo aggiungere The Hood, neo-supercriminale di casa Marvel , il  vecchio fantaillusionista Mysterio e il semi sconosciuto Cloak, di cui non ho niente da commentare. Tutti lo credono morto (e simbolicamente lo è) per questo deve icarnarsi in qualcos'altro, un'entità sovrumana e un'identità nascosta. In psicanalisi si chiama superego. Vince Faraday (questo il nome del protagonista della serie) diventa The Cape, il fumetto che amava leggere insieme a suo figlio prima di andare a letto. Il padre muore e solo in quel momento diventa l'eroe del figlio come per Spawn il quale diventa un supereroe non appena perde tutto (un clichè presente in quasi tutte le storie di supereroi). 

La particolarità di The Cape è che per avere la sua famiglia viva, Victor è costretto a fingersi morto (non è ammesso, un viceversa).  Formalmente ben congegnato e ricco di effetti, i primi episodi della serie sono un carnevale per gli occhi e un mezzo funerale per la storia (spadellata troppo in fretta). In definitiva: il primo assaggio ci piace. Occhio a non fare indigestione però...


Ragazzi sabato e domenica sono in scena nel musical La farfalla Lily (si quello affisso nelle metro romane) Ruolo: scoiattolo! Da non perde...(sigh!)

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